Sincerità

 

Vogliamo che i figli dicano sempre la verità; ma così non è. Che dice la pedagogia preventiva positiva in proposito? Che si può fare per educare i figli alla sincerità?

Molti genitori sono convinti che i figli debbano sempre dire la verità, la pretendono, la esigono e si infuriano quando scoprono che così non è. Urlano: Sei un bugiardo e quant’altro ritengono loro dovere dire per convincere il figlio che è un bugiardo.

Ma quando saranno riusciti a convincerlo che è così, come si comporterà? Indubbiamente da …bugiardo.

 

E così hanno ottenuto esattamente il contrario di ciò che si proponevano!

Esattamente!

 

Ma la sincerità è un valore importante…

La sincerità è un valore fondamentale dal punto di vista morale; ma è anche una questione di sicurezza dal punto di vista pratico, perché i genitori hanno bisogno di informazioni affidabili, soprattutto quando c’è di mezzo la scuola, le persone che conoscono, i comportamenti a rischio, ecc.

 

E hanno ragione perdiana, solo attraverso la sincerità si può stabilire in rapporto educativo corretto…

Hanno assolutamente ragione, ma che cosa fanno per favorire un’atmosfera di sincerità in casa? Che esempio danno?

 

Che esempio danno?

Molti adulti sono convinti di poter dire una bugia (meglio – trattandosi di adulti – di poter mentire sapendo di mentire) quanto è la situazione stessa che lo richiede e non pensano minimamente agli effetti negativi che ciò può avere sui bambini, che percepiscono la discrepanza “tra il dire e il fare” del genitore e non dimenticano.

 

Dunque i bambini “ricordano” le bugie dei “grandi”?

Le ricordano, perché se ne sono vergognati moltissimo. Ognuno di noi può trovare degli esempi in tal senso: il papà che dichiarava per noi un’età interiore onde avere il biglietto ridotto sul treno (e noi ci rannicchiavamo rossi in viso dietro di lui); la zia quando telefonava: Dille che non ci sono! Era l’ordine della mamma e noi lo eseguivamo, facendo violenza al nostro pudore; i suggerimenti dell’allenatore (non alleducatore): Stendilo se ci riesci, ma non farti vedere….

 

“positivamente” parlando invece…

Invece, il modo migliore, per insegnare ai figli a essere onesti e sinceri è dare esempio costante, perenne, coerente di rispetto per la verità, pronti a pagarne le conseguenze, ma mai disposti a compromessi. Non sto sostenendo che è necessario dire tutto, subito, così com’è; ma che quando parliamo e agiamo sia conforme a verità e rettitudine d’animo. Allora… spesso i bambini ci sentiranno dire frasi del tipo: Questa è una cosa riservata e non posso riferirla; oppure: Non sono in grado di esprimermi su questo fatto, è una questione delicata e non voglio parlarne, ecc. Il primo passo dunque è convincerci che la verità è sempre più semplice di qualsivoglia bugia e che mai e poi mai ci è lecito mentire men che meno in presenza dei bambini. Neanche quando basterebbe una mezza verità, neanche quando è una bugia necessaria o pietosa, neanche quando vogliamo evitare un dolore a una persona cara.

 

Ok. Non diciamo falsità almeno davanti ai bambini, così sarà più facile educarli alla sincerità. Ma, i bambini dicono spesso delle bugie, è vero, allora che fare?

Premesso che per un lungo periodo dell’età evolutiva (fino ai sei anni circa) le bugie non sono tali in quanto non vi è netta distinzione tra realtà e immaginazione, premesso che talora anche gli adulti si autoconvincono di una cosa pur non essendo reale (è questo può capitare anche ai ragazzi, soprattutto se adolescenti), premesso che prima o poi tutti  i bambini sperimentano le bugie e imparano molto da quel che succede di conseguenza:

– non reagiamo negativamente, soprattutto non usciamo con la frase: Sei un bugiardo;

– non chiediamo: Perché hai mentito? Tante volte non lo sanno, i bambini agiscono e basta, non sono in grado di dare spiegazioni psicologiche dei loro comportamenti; ricorrere alla bugia è un comportamento autoprotettivo del tutto naturale, anche se non accettabile e da modificare;

– condanniamo il fatto non la persona, perciò non diciamo: Di te non mi posso fidare, sei falso; ma: Sei tornato a casa in ritardo dalla scuola perché sei stato a giocare con Franco, non perché ti ha trattenuto la maestra, che mi dici? E, se ne segue la promessa della sincerità e la disponibilità ad accettare anche le conseguenze della bugia, non servono castighi. Continuiamo con: Bravo so che ce la farai, la verità va sempre detta, anche quando è difficile per le conseguenze che ne vengono, anche quando ci vergogniamo di quello che abbiamo fatto (sai tutti possono sbagliare, anche i grandi); ma tu vuoi essere sincero, come lo siamo io e papà.

 

Quindi l’onestà non va punita?

Mai! Poiché dire la verità significa talvolta affrontare spiacevoli ammessi, aiutiamo i vostri figli a sentirsi sicuri di potervela confidare sempre. Lodateli perché sono coraggiosi, sono leali, sanno affrontare la vita, sono maturi. Quando si mostrano sinceri soprattutto su qualcosa che è stato difficile palesare, riconoscete e premiate la sincerità.

Infine non tendiamo trappole: Lo sapevo, lo sapevo, mi ingannavi, ma io sono furba e l’ho scoperto. In questo caso una sola domanda: Se lo sapevi perché non hai fatto nulla per impedirlo? Poiché non hai messo in atto nessuna strategia preventiva positiva, tu hai commesso un grave errore pedagogico; lui (tuo figlio) ha solo utilizzato una strada che lui stesso non approva, ma forse l’unica possibile, essendo difficile parlare apertamente in casa.