Ce la faremo

Leggo sempre più frequentemente articoli (con relative citazioni di studiosi autorevoli) secondo cui i nostri ragazzi non usciranno indenni da questa situazione pandemica. Leggo che la vita reclusi in casa, la mancanza della scuola, la carenza di relazioni sociali con il coprifuoco notturno e la chiusura dei locali di divertimento, ecc., ecc., lasceranno tracce profonde nella loro formazione …
Sarà così, non lo sarà? A mio modo di vedere dipende molto da noi educatori.

«I governanti, gli scienziati, i dottori, tutti sono impegnati a fondo per combattere questa malattia. Noi – nella nostra famiglia – siamo partecipi rispettando scrupolosamente le norme igieniche e i limiti stabiliti… quindi: ce la faremo»!
Se è questo il messaggio che trasmettiamo ai nostri figli possiamo star tranquilli. Loro sono fiduciosi ne usciranno (anche noi con loro) senza gravi traumi».

Se invece noi portiamo in casa le opinioni negative (più o meno vere) che circolano: “Il morbo non esiste, è un’invenzione dei governi per consolidare il loro potere; dovevano agire prima, ormai è troppo tardi; la malattia  è poco più di un’influenza, e poi, colpisce solo i vecchi; mancano i medici, gli infermieri, le mascherine e gli altri presidi per combattere l’epidemia; gli ospedali traboccano, non si sa più dove mettere i malati (o i morti); i dati che ci forniscono non sono veri, i decessi sono almeno il doppio; si finisce, con i provvedimenti regionali, per perpetuare la discriminazione tra Nord e Sud; la dad è destinata  a fallire non tutti hanno gli strumenti, le capacità, i genitori che aiutano; i giovani sono stressati non potendo più godersi un po’ di svago, con la movida serale; bisogna riaprire gli stadi, le palestre, gli impianti sciistici, lo sport è essenziale per una vita sana; il vaccino che rende immuni non arriverà mai, come per tante altre malattie; l’Europa che fa? niente!; siamo alla bancarotta finanziaria, tutti questi interventi a pioggia ci stanno caricando di debiti, che voi (guardando i figli) non riuscirete a pagare; impedire ai fedeli di andare in chiesa o al campo santo, inaudito… una volta con grandi celebrazioni e processioni si chiedeva la grazia della fine della peste; ecc., ecc.”.

Se è questo che diciamo ai nostri figli, alunni, studenti, allora sì che la pandemia avrà fatto breccia nei giovani provocando realmente gravi danni