Scusa

 

È una mia impressione o i genitori oggi tendono a insegnare, molto meno di una volta, a chiedere scusa?

Non è un’impressione: oggi è diffusa una evidente difficoltà da parte degli adulti ad ammettere i propri errori, che si ripercuote inequivocabilmente sul rapporto educativo; perciò i bambini non imparano a chiedere scusa.

 

Chiedere scusa a chi?

A tutte le persone nei riguardi delle quali si è commessa una qualsivoglia mancanza, alle quali volontariamente o involontariamente abbiamo arrecato danno, procurato un dispiacere, ecc.; quindi ai genitori da parte dei figli, ai figli da parte dei genitori, agli amici, ai compagni, ai propri insegnanti, ecc., ecc.

 

Chiedere scusa ai figli? Ma non si rischia di minare la propria autorità… mai un padre, tempo addietro, avrebbe ammesso un suo errore davanti al figlio e tanto meno si sarebbe scusato!

E sbagliava, questo padre! Non c’è da vergognarsi ad ammettere le proprie mancanze, dimostra la nostra umanità e gradualmente aiuta i bambini a imparare anche che il papà e la mamma non sono perfetti. Certo non bisogna cadere nell’eccesso di quei genitori che perseverando negli errori altrettanto perseverano nel porgere le scuse, distruggendo davvero, in questo caso, la loro autorevolezza.

 

Chiedere scusa ai genitori… ma questi talvolta reagiscono negativamente o no?

Certo capita… magari il bambino comprende di aver sbagliato, vuole rimediare; ma il genitore… non capisce e reagisce male. Facciamo un esempio: il figlio sta aiutando papà a cambiare l’olio della moto; il genitore gli chiede di passargli la lattina; ma questa gli sfugge di mano e si rovescia per terra. Avvilito il ragazzo prima chiede scusa, (ammissione dell’errore) poi prende uno straccio e comincia a pulire (volontà di rimediare) e dice: Starò più attento.  Ma il padre lo aggredisce con frasi negative del tipo: Sei il solito! Non sei capace di far niente! Fermati non fare altri disastri! Non vedi che invece di raccoglierlo lo stai spandendo?

 

Ma non l’ha fatto apposta!

Capita anche di sentire genitori che davanti a tale obiezione affermano che questo non li interessa, capita di trovare educatori (educatori?) che non hanno ancora capito che è l’intenzione che qualifica l’azione e che se una cosa va storta senza volerlo non è moralmente negativa.

 

Chiedere scusa agli amici, ai compagni, alle persone con cui ci si rapporta….

   Certo, l’umiltà è il miglior collante delle amicizie solide e sicure. Via i malintesi, gli equivoci, le scorrettezze, con una sincera ammissione, quando occorre, di non aver agito bene. Anche qui però senza cadere nell’eccesso opposto di chiedere scusa senza preoccuparsi affatto delle conseguenze dei propri errori, senza prendere in mano (per stare all’esempio precedente) lo staccio per pulire… In effetti talvolta alcuni bambini usano le scuse come una bacchetta magica, come se scusandosi potessero annullare le loro responsabilità non sentendosi colpevoli di nulla, non provando alcun rammarico, omettendo di rimediare e di promettere comportanti corretti per il futuro.

Ma abbiamo parlato solo di comportamenti negativi!

 

Passiamo dunque a proposte positive: che si può fare per educare – nel modo corretto – a chieder scusa?

Seguendo quanto detto sopra, è facile affermare che l’educazione al chiedere scusa implica:

– non cedere alla moda imperante per cui tutto è relativo, comprese le scorrettezze;

– dimostrare la capacità di rilevare le mancanze e di scusarmi per esse sia nei riguardi del coniuge, che dei figli, dei nonni, delle persone con cui abbiamo contatti;

– l’ammissione serena di eventuali mie imperfezioni, incoerenze, ecc., che semmai aumenta la mia autorevolezza quando lampante è il sincero rincrescimento e il fatto non si ripete;

– cercare sempre il dialogo, aiutarsi a venir fuori a testa alta dalla situazione; nel caso dell’olio motore è chiaro che se il babbo accosta il figlio e ammette la buona fede, può offrire il suo aiuto affinché l’azione del figlio che vuole rimediare sia coronata da successo;

– Non negare l’aiuto anche quando l’errore sia stato fatto volutamente come nel caso che un fratello spacchi qualcosa dell’altro perché quest’ultimo non lo asseconda; certo qui ci vuole pazienza… ma se si chiede al primo di pensare a come si sentirà il fratello, può essere che insieme si giunga ad ammettere lo sbaglio e a cercare vie per rimediare;

– l’assunzione, infine, delle proprie responsabilità; le scuse non risolvono tutto, se vogliamo che l’offeso ci perdoni bisognerà dimostrare dispiacere per il danno arrecato e autentica volontà di ristabilire ilo giusto.

 

Da quando si può incominciare?

I bambini possono imparare a chiedere scusa quando sono ancora piccoli, quando nasce il senso del bene e del male, il senso del dovere e quello di colpa (all’incirca durante i primi anni della scuola dell’infanzia); da questo momento la comprensione dell’importanza del perdono chiesto e donato può crescere con loro.

 

Insegnando a chiedere scusa, a casa e a scuola, non si corre il rischio di minare l’autostima?

Tante volte abbiamo detto che bisogna essere positivi nel proporsi, bisogna evidenziare le cose giuste più che quelle sbagliate, ma questo non vuol affatto dire (sarebbe imperdonabile) che davanti a un comportamento scorretto si lasci correre. Quindi non trascuriamo questa importante attività educativa né in casa, né a scuola; anzi insieme casa e scuola incoraggino i bambini, fanciulli, adolescenti e giovani sulla strada dell’ammissione dei propri (volontari o involontari) sbagli. Chi ammette i propri errori è autenticamente uomo ed è autenticamente in cammino verso il meglio.