Educare alla pace (a)

 

1) Il “clima” in casa

Le cronache quotidiane ci stanno trasmettendo un messaggio (che ovviamente includo nella categoria della pedagogia negativa) secondo cui la famiglia sarebbe luogo di gravi conflitti, luogo in cui si commettono i più atroci crimini.

Non voglio certo sostenere che sia facile; non voglio certamente negare che talora (o spesso) sia necessaria in famiglia una figura carismatica che spande amore, dedizione, affetto e carità; ma vorrei anche che mi fosse consentito di dire che, nella normalità dei casi, avere una famiglia in pace e serena non è poi così difficile. Vorrei quasi dire alle mamme che mi leggono che… se loro sono serene, la famiglia sarà in pace; vorrei dire ai papà che se portano a casa una paga sudata e guadagnata, se esercitano una pacata e sicura autorevolezza, se si pongono come modello “credibile”… sono il pilastro della pace; vorrei dire ai figli che devono pensarsi allegri, simpatici, bravi (e “possono” esserlo) per cui di conseguenza sono loro stessi i “rasserenatori” del “clima” in casa; vorrei dire a tutti che se la famiglia è luogo di esperienze di pace, la pace è assicurata.

Vorrei che con l’impegno di tutti la famiglia fosse veramente luogo dove “si impara la pace”, vivendo concrete “esperienze di pace”.  Queste esperienze di pace possono essere così sintetizzate: L’amore ed il rispetto tra i coniugi, la giustizia e la solidarietà tra i fratelli, la funzione dell’autorità espressa dai genitori, il servizio amorevole ai membri più deboli (piccoli, malati, anziani), l’aiuto vicendevole nelle necessità della vita, la disponibilità ad accogliere l’altro e, quando sbagliasse, la disponibilità a perdonarlo.

 

2) Sono in molti che non credono nella famiglia, che la descrivono come il luogo delle peggiori angherie e violenze, che – magari – avendo fallito nella costruzione della loro famiglia, tendono a distruggere anche quella degli altri…

– Chi osteggia la famiglia,

– chi indebolisce la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna,

– chi ne frena la disponibilità all’accoglienza responsabile di una nuova vita,

– chi ostacola il diritto ad essere la prima responsabile dell’educazione dei figli,

costoro… costituiscono un obiettivo impedimento sulla via della pace.

 

3) Di che cosa ha bisogno la famiglia oggi? Che cosa le manca per esser famiglia di pace?

– Della casa – del lavoro – del giusto riconoscimento dell’attività domestica dei genitori

– della scuola per i figli – dell’assistenza sanitaria di base;

se questo manca… la società si priva di un’essenziale risorsa al servizio della pace.

 

4) Noi radio, Tv, giornali possiamo fare qualcosa?

Indubbiamente, e non sono io che lo dico, ma il Papa (Benedetto XVI, Giornata per la Pace 2008); noi abbiamo una particolare responsabilità nel:

  1. promuovere il rispetto della famiglia,
  2. nell’illustrarne le attese e i diritti,
  3. nel metterne in evidenza la bellezza

 

5) Estendendo il concetto dalla famiglia all’umanità che dice il papa?

  • Dice che i popoli della terra sono chiamati ad instaurare tra loro rapporti di solidarietà e di collaborazione quali si addicono ai membri dell’unica famiglia umana.
  • Dice che come la famiglia ha bisogno di una casa la famiglia umana ha bisogno della terra come sua casa e questa casa è l’ambiente che Dio creatore ci ha dato perché lo abitassimo con creatività e responsabilità.
  • Rispettare l’ambiente non vuol dire considerare la natura o l’animale più importanti dell’uomo, vuol dire piuttosto non considerala egoisticamente a completa disposizione dei propri interessi, perché anche le future generazioni hanno il diritto di trarre beneficio dalla creazione; né vanno dimenticati i poveri, esclusi in molti casi dalla destinazione universale dei beni del creato.

 

6) Dunque abbiamo spezzato una lancia a favore dell’ambientalismo?

Certo, ma… è bene che le valutazioni a questo riguardo si facciano con prudenza nel dialogo tra esperti e saggi, senza accelerazioni ideologiche. Prudenza non significa non assumersi le proprie responsabilità e rimandare le decisioni.

 

7) Le famiglie, dunque… quali condizioni richiedono per vivere in pace?

La condizione prima è che esse poggino sul solido fondamento di valori spirituali ed etici condivisi. Occorre però aggiungere che la famiglia fa un’autentica esperienza di pace quando a nessuno manca il necessario, e il patrimonio familiare – frutto del lavoro di alcuni, del risparmio di altri e dell’attiva collaborazione di tutti – è ben gestito nella solidarietà senza eccessi e senza sprechi.

Per la pace familiare è dunque necessaria da una parte l’apertura ad un patrimonio trascendente di valori, ma al tempo stesso non è priva d’importanza la saggia gestione dei beni materiali e delle relazioni tra le persone.

 

8) Vale anche per la famiglia umana?

Un discorso simile va fatto per quell’altra grande famiglia che è l’umanità nel suo insieme. Anche la famiglia umana, oggi ulteriormente unificata dal fenomeno della globalizzazione, ha bisogno oltre che di un fondamento di valori condivisi, di un’economia che risponda veramente alle esigenze di un bene comune a dimensione planetaria.

Al tempo stesso ci deve essere una saggia utilizzazione delle risorse per un’equa distribuzione delle ricchezze.

 

9) Per concludere… Una famiglia vive in pace se…

  • i suoi componenti si sottopongono ad una norma comune che aiuti la libertà ad essere veramente se stessa e non cieco arbitrio;
  • la norma giuridica comune ha come “base” la norma naturale che, al di là delle differenze culturali, permette agli esseri umani di capirsi circa gli aspetti più importanti del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto;
  • la norma giuridica comune ha come “criterio” la norma morale, basata sulla natura delle cose.