Sicuri, affidabili, costanti, sinceri

 

Sicuri, affidabili, costanti, sinceri sono caratteristiche che i bambini si aspettano dai genitori?

Ed è la parte positiva delle nostre riflessioni pedagogiche di oggi. Siamo perfettamente certi che i nostri bambini ci amano senza riserve, ci amano come abbiamo amato noi alla prima cotta, ci amano totalmente e incondizionatamente; contemporaneamente si attendono da noi comportamenti certi e chiari. Non desiderano affatto che diciamo sempre loro di sì, che li accontentiamo in tutto, che facciamo tutto noi per loro… no, non è questo che vogliono…

 

Che cosa si aspettano da papà e mamma?

I figli ci vorrebbero sicuri, affidabili, costanti, sinceri.

Sicuri, cioè capaci di prendere decisioni in tempi ragionevoli e di tenervi fede (il che non vuol dire che dopo niente può cambiare, il cambiamento motivato e altrettanto deciso è segno di sicurezza); sicuri perché papà e mamma, quando stabiliscono una cosa, sono perseveranti, non lasciano perdere, non cambiano idea; sicuri nel senso che intraprendono le loro attività “positivamente” convinti che riusciranno a realizzare quanto si prefiggono.

Affidabili, cioè capaci di mantenere quello che hanno promesso; persone che – alla prova dei fatti – sono coerenti con quello che dicono e con le idee che sostengono di condividere; affidabili perché se non possono essere puntali – perché all’ultimo momento hanno avuto un’emergenza – avvertono dimostrando nei confronti dei figli la stessa considerazione che hanno per il loro capo, un cliente importante, un socio in affari, ecc.; affidabili perché rispettano le loro promesse che sono veri patti inderogabili.

 

Come reagiscono i bambini di genitori e che arrivano sempre in ritardo?

   I bambini con genitori indecisi o che ritardano sempre hanno un’espressione infelice; provano a nascondere il loro disappunto e la loro preoccupazione, ma non ce la fanno; hanno imparato che non possono fidarsi di noi ed è, questa, una cosa triste che rende tristi.

 

Continuiamo con la richiesta che i figli fanno a papà e mamma di essere costanti…

Costanti, cioè perseveranti nei comportamenti previsti, per cui in situazioni uguali le risposte sono uguali; costanti nel senso che ciò che è detto e deciso avviene normalmente, senza bisogno di ripensarci ogni volta; costanti perché circondano i loro bambini di un clima sereno e tranquillo. Sanno che li aspettano tante cose ignote nella vita, che c’è tanto da imparare e un ambiente familiare tutto sommato prevedibile, confortevole, dà una rassicurante capacità di controllo ed eleva l’autostima.

 

Ma davvero questa “prevedibilità” è utile?

Utilissima, gran parte della nostra attività quotidiana si regge sulle abitudini che consentono un enorme risparmio di energie (se dovessimo fare o imparare tutto ex novo, non riusciremmo a vivere); ma anche la vita psichica, affettiva e relazionale si regge sulla “prevedibilità” di comportamenti e affetti duraturi. I nostri bambini contano sul fatto che faremo quello che abbiamo sempre fatto e che abbiamo più volte detto di voler fare, magari come regola di tutti i componenti della famiglia.

 

Finiamo con la richiesta di sincerità?

Sì ci vogliono semplicemente “onesti e leali”, con tutti e in tutte le occasioni.

Sinceri, cioè amanti della verità e disposti a pagare di persona per difenderla; sinceri perché quando affermiamo una cosa quello che diciamo è la verità. In tutti gli altri casi i genitori sinceri sanno tacere.

 

Ma non sempre così avviene…

Troppe volte non avviene.

Troppe volte diamo dimostrazione di profonda insicurezza. Troppe volte non siamo capaci di scegliere una strada tra quelle che ci stanno davanti, magari perché ognuna presenta occasioni e possibilità interessanti e vorremmo avere i vantaggi offerti da tutte. Troppe volte non manteniamo la parola data, ce ne dimentichiamo, perché è comodo. Troppe volte siamo incoerenti e diciamo oggi una cosa e domani l’altra. Troppe volte infine siamo falsi e mentiamo sapendo di mentire per ricavarne un utile e lo facciamo con una leggerezza che spaventa… soprattutto i bambini.

 

Facciamo un esempio?

Esempio classico argomento di tanti film americani: il babbo ha promesso al figlio che lo andrà a vedere alla finale del torneo. Si tratta di decidere tra il primo e il secondo posto. La partita sta per iniziare, papà non c’è! Arriva alla fine con la sua bella automobile e inizia a scusarsi e a spiegare perché. Ma hai vinto? chiede, e lo chiede solo per orgoglio perché “suo” figlio non può essere un perdente. Al piccolo va benone anche appartenere alla squadra che si è qualificata seconda, perché quella posizione comunque lo gratifica dopo tanto lavoro, allenamenti e sacrifici, ma come lo dice a suo padre? Perciò non parla, si limita a guardare fuori dal finestrino. Ha deciso di lasciar perdere. Per lui ora è diventato importante ridurre le aspettative a provare a proteggersi dai suoi sentimenti: si sente deluso e insicuro, perciò, se non vuole soffrire, deve amare di meno. Di suo padre non ci si può fidare e, ora, lo sa.

 

Si adatta un poco alla volta alla situazione?

Si adatta, ma a caro prezzo: i ritardi, le insicurezze, le incostanze e – talvolta – anche le bugie non solo hanno guastato il rispetto, l’ammirazione, l’affetto e la stima che lui spontaneamente nutriva per il padre, ma stanno guastando l’opinione che lui ha di se stesso. Dopo tutto conclude vuol dire che sono poco importante, che valgo poco o niente.

 

A scuola vale lo stesso?

A scuola come a casa: insegnanti sicuri, affidabili, costanti, sinceri sono garanzia di ragazzi/studenti sicuri, costanti, affidabili, sinceri con alto grado di fiducia in se medesimi