Ma perché litigate?

 

Chi non litiga con il coniuge?  Talvolta anche davanti ai bambini? Capita sì, e loro (i bambini) la vivono in un solo modo: ‘Male! Quindi niente scenate davanti ai bambini, punto e basta! Perché loro ne soffrono terribilmente; perché potrebbero pensare che è colpa loro; perché i bambini piccoli hanno una visione dei genitori che non ammette difetti; perché è educativamente negativo predicare bene (non litigare con tua sorella o con i tuoi compagni) e razzolare male; perché i bambini hanno paura che i genitori si separino; perché non sempre hanno la forza di gridare: “Basta! Smettetela! Ma perché litigate?”.

Quando ci accorgiamo che stiamo litigando davanti ai bambini, semplicemente ‘fuggiamo’ andando in un’altra stanza. Nel frattempo l’altro genitore, se vuole essere un bravo papà (una brava mamma) ‘deve’ ammettere l’errore davanti al figlio: “Tutti, quando siamo arrabbiati, diciamo cose cattive; anche tu quando litighi con tua sorella le dici frasi brutte; ma, poi, fai la pace… Così capita anche a papà e mamma: discutono, ma continuano a volersi un gran bene e qualche volta si vogliono anche più bene di prima”. E il più presto possibile un bacio tra i due, davanti al bambino darà a lui grande sicurezza. Tacere, far finta di niente non sarebbe utile: il piccolo ha bisogno di sapere che, anche se papà e mamma hanno litigato, continuano ad amarsi e ad amare lui. Dannoso poi sarebbe spiegare al bambino dove e come il coniuge sbagliava, esplicitando il motivo della nostra rabbia e cercando di coinvolgere il piccolo … Chiudo, questa prima parte, con una frase slogan, semplice e provocatoria: “Davanti al bambino il marito (la moglie) ha sempre ragione”, e l’ho formulata così perché – rievocando un ventennio buio della nostra storia patria – ci urta di più e più facilmente si può imprimere nella mente.

Questo non vuol dire lasciar correre tutto, perché poi, in un momento di calma, si deve riprendere il discorso cercando di applicare le ‘regole per una buona litigata’. Eccone alcune:

  • scegliere il momento opportuno: mai davanti ai figli, o ai parenti o agli estranei, ecc.;
  • discutere del problema, non della persona: se la causa del litigio è il fatto che nostro figlio ha preso una nota a scuola, il problema è la nota, non la moglie che non lo aiuta come dovrebbe a fare i compiti o il marito che non è abbastanza severo;
  • rispettare ‘l’ordine del giorno’: se stiamo litigando per il vetro rotto, parliamo di quello e non della tua mamma che…, o del tuo modo impulsivo o insensato di fare le cose, o di quella che ti corre dietro, o dei tuoi amici/amiche, ecc., ecc.;
  • non insultarsi, non dire parolacce o volgarità: tenendo presente che se fossimo davanti ad un collega di lavoro, magari saremmo capaci di una discussione pacata, corretta… ora siamo davanti alla persona che amiamo e con la quale vogliamo condivide la vita;
  • concludere con “pertanto noi faremo così”: come tante volte abbiamo chiesto l’impegno ai nostri bambini, così ora lo chiediamo a noi.
  • e finire con un bel: “ti amo” che chiude il litigio e ripristina l’armonia.