Elena vuole sempre vincere

 

Elena è figlia unica e vuole sempre vincere! Al parco pretende l’altalena subito per sé, spinge gli altri per salire sullo scivolo e spesso aggredisce per prendere il giocattolo di un altro bambino. All’asilo dicono che migliora, ma fatica a rispettare le regole.

Il dato positivo è – appunto – che a scuola va meglio. Quindi, per prima cosa è indispensabile mandarla sempre: lì fa quel tirocinio di vita insieme ai suoi compagni, che le manca. Poi, in casa, facciamo in modo che possa incontrarsi con altri bambini invitandoli a giocare con lei (o andando da loro) e favoriamo la sua partecipazione ad attività di aggregazione iscrivendola a uno dei tanti corsi che vengono organizzati dall’oratorio o da enti vari affidabili.

Questo per la bimba. Per noi è necessario – applicando la Pedagogia Preventiva Positiva – sapere “prima” che cosa faremo se si comporterà male. Ad esempio, se diciamo: «Non si alzano mai le mani contro gli altri bambini», noi sappiamo che appena ci provasse il nostro intervento per impedirlo sarebbe immediato; non è necessario sgridarla… semplicemente la spostiamo di peso. Se diciamo: «Andiamo al parco, ma lì devi rispettare il tuo turno», noi sappiamo che qualora non lo rispettasse, la porteremo via subito; anche se urla e strilla, davanti a tutti. Andiamo al supermercato e diciamo: «Come tu sai, compriamo solo le cose che abbiamo scritto sulla lista»; se pianta un bel capriccio davanti alla cassiera infastidita e gli altri ci guardano male, noi sappiamo già che abbandoneremo la spesa sul nastro e usciremo. Faremo i nostri acquisti da un’altra parte, pronti a riprovare… per il bene della nostra bimba. Temiamo che, come è già capitato, strappi un gioco dalle mani di un altro bambino …, preventivamente le diremo: «Non si prendono le cose degli altri, si chiedono gentilmente e se la risposta è no, si lasciano»; se capitasse, noi sappiamo già che non ci cureremo di quanto dicono le mamme presenti, semplicemente le faremo – subito – restituire il maltolto. Quando invita i suoi amici in casa, vuole sempre vincere in qualsiasi gioco anche quando ha perso? Ebbene diciamo a Elena: «I tuoi amici verranno qui, certo siamo contenti, ma mi prometti che non litigherai?». Attendiamo un “sì”, bello e chiaro. Noi, intanto, sappiamo che se litigasse non alzeremo la voce (mai sgridare un bambino davanti agli altri); semplicemente loro resteranno in sala a giocare, mentre lei finirà in cameretta da sola. Capirà, un po’ alla volta capirà.

Appena è possibile, faremo un piccolo passo in avanti: inseriremo “l’impegno” appena dopo una disubbidienza o un comportamento scorretto. Cioè quando combina qualcosa che non va, proviamo ragionare: «É successa questa cosa, hai fatto questo, puoi parlare… e dirmi che cosa ne pensi». Perché se dicesse: «Non lo farò più», non serve castigarla! Solo la violazione dell’impegno dà adito al castigo come detto più volte.

Armiamoci di santa pazienza; non è grave, è solo (posso dirlo?) figlia unica… ma ce la farà.