Non ho tempo

 

Non ho tempo! Quante volte abbiamo detto questa frase e la dicono spesso anche mamme e papà quando si accorgono di esser quasi assenti dalla vita dei loro figli.

É certamente la frase più pronunciata in questi tempi, il tempo è diventato un bene prezioso, non ce n’è mai abbastanza; ma tutto sommato non è vera, perché volendo il tempo si trova.

 

Come ritrovare il tempo?

Ecco io comincerei con alcune proposte che riguardano noi stessi (poi passeremo ad altre circa il nostro rapporto con i figli). Il consiglio è proprio quello di prevenire cioè di organizzare la nostra giornata di modo che le cose si possano fare per bene, con calma e senza affanni.

Il primo modo per “trovare tempo” può esser quello di recuperarlo al momento della sveglia: basta alzarsi prima; solo mezz’ora prima, che la giornata cambia; non ci sono più le corse per prepararsi, le colazioni saltate, le fughe per non arrivare in ritardo. Soprattutto non c’è più l’urlo della mamma: Alzati, che è tardi, che è un ordine e che è – perciò – il modo peggiore di incominciare. Mezz’ora affinché tutto sia più rilassato e tutto funzioni meglio.

 

La seconda proposta?

Ancora mezz’ora! Mezz’ora per lasciare il lavoro fuori dalla porta di casa. È indispensabile, infatti, tenere separata la vita lavorativa dalla vita familiare, (anche la nostra salute mentale richiede che, chiusa la porta dell’ufficio o abbassata la saracinesca del negozio, il lavoro sia terminato, quindi è vietato portarsi il lavoro a casa); ma non basta, occorre creare un break temporale tra il lavoro e il rientro in famiglia. Prendetevi anche in questo caso la vostra mezz’ora di relax. Chi vi accudisce i bambini può regalarvi questa mezz’ora. Non fatevi prendere dalla smania di essere subito a casa, pur stanchi morti, pur stressati, pieni di aspettative per la vostra bella famigliola, se non siete pronti e rilassati, tali aspettative provocheranno disastri. Parlo soprattutto alle donne lavoratrici che sentono il dovere di rientrare immediatamente. Due passi, una piccola spesa, un caffè, quattro chiacchiere con l’amica (durata non superiore alla mezza ora!) possono consentirvi di lasciare lo stress e arrivare sorridenti e disponibili.

 

La terza proposta?

Andare a letto mezz’ora prima! Sono proposte che richiedono semplicemente di tre mezze orette, di cui la prima e dedicata al risveglio dei figli che potrebbe così cominciare con un bacetto, un bel: Buongiorno… nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, la seconda riguarda noi stessi per non portarci a casa il peso del lavoro e per predisporci a un miglior rapporto con i nostri amati, la terza recupera semplicemente quella del mattino.

 

Certo è veramente strano che per dare più tempo ai figli occorra alzarsi più presto, star fuori mezz’ora in più e andare a dormire prima?

Sì, forse è un’idea strana, ma è una questione di “qualità del tempo”. Se la sveglia è affannosa, agitata, urlante; se il rientro dopo il lavoro è un correre dai problemi professionali ai problemi familiari, se la sera non ci decidiamo mai a coricarci e facciamo le ore piccole, il tempo che dedichiamo alla famiglia può essere anche enorme, ma sarà di pessima qualità; quindi… addirittura controproducente.

 

Ma nei riguardi dei figli, quando comunque il tempo scarseggia?

Il tempo scarseggia? Ma se abbiamo mille cose da fare in casa? Come facciamo a dire che non abbiamo tempo per i nostri figli? Il problema sta nel fatto che, a differenza di quanto facevano i miei genitori con me (allora per necessità), noi non li coinvolgiamo nella vita di famiglia: proviamo a concordare con loro che cosa preparare per cena, se abbiamo detto pizza, chiediamo il loro preziosissimo contributo. Se facciamo il bucato facciamoci aiutare a separare i bianchi dai colorati, ad accoppiare i calzini e a distinguerli tra quelli di papà, di mamma e dei bambini; dimostriamo stima e fiducia in loro e implichiamoli nei lavoretti dell’orto, del giardino, ecc. I bambini si sentono importanti e utili se viene loro offerta la possibilità di collaborare in casa; comprendono che sono apprezzati e che noi contiamo su di loro; che sono preziosi, indispensabili… senza il loro apporto che si farebbe? Certo, ogni singolo lavoro fatto coi figli può richiedere più attenzioni (nemmeno più tempo), ma saranno ben impiegate nella costruzione di un legame tra noi e loro.

 

Insieme tutti e due per dare tempo ai figli o anche separatamente?

È chiaro che talune cose si fanno insieme: mamma papà e figli; ma è altrettanto chiaro che talaltre si possono fare separati. I bambini amano stare anche con un genitore solo, magari creando una specie di complicità della serie: Domani lasciamo qui mamma ed Elisa ed io e te ce ne andiamo a pescare. Ricorderanno per sempre e con tenerezza questi momenti di intimità con un genitore; tant’è che passati gli anni diranno: Noi andavamo sempre a pescare insieme, anche se sono andati poche volte; oppure ricorderanno con nostalgia Quei pomeriggi passati insieme, io e mamma, in questa camera a suonare la chitarra…. Sono cari ricordi perché riportano alla memoria il bel tempo in cui il genitore era impegnato con il figlio per un traguardo comune.

 

Può esser utile creare delle abitudini?

Utilissimo. Ogni giorno, tornando dalla scuola dell’infanzia, mamma e bimbo vanno a piedi, mano nella mano, come due innamorati e parlano, fitto fitto; raccontano, hanno cose importanti da dirsi. Tutte le domeniche, la mattina, il papà – bimbo in spalla – fa una corsa fino al parco e con lui segue tutto il percorso vita.

La sera, ogni sera, la mamma sta ad ascoltare il suo bambino prima che si addormenti che racconta “le cose più belle della giornata”. Utilissimo!

Chi più ne ha più ne metta, c’è posto per tutte le idee positive