Botta e risposta (7)

 

Leggo, di nascosto, il diario di mia figlia, faccio male?

Sicuramente la mamma che pone la domanda sa che le mie risposte sono basate su riflessioni generali di pedagogia preventiva positiva e vanno adattate alla reale situazione che lei conosce meglio di me, in quanto una applicazione acritica potrebbe non dare i risultati sperati. Detto questo, passiamo alla risposta. Certo che fa male, perché, quando sua figlia lo scoprirà (e lo scoprirà) si sentirà tradita e crollerà la fiducia che ha in lei; perché i suoi comportamenti non sono più sereni, ma influenzati da quanto ha letto; perché ora guarda sua figlia con un occhio diverso, orientato da quanto sa… e perché… continui lei che qualche senso di colpa ce l’ha…

Come aiutare mio figlio adolescente ad amare la Messa?                 

Noi abbiamo giustamente educato i nostri figli, fin da piccoli, alla fede e abbiamo fatto benone. Loro hanno avuto da noi la sicurezza di risposte ferme a tante loro domande su Dio, l’aldilà, la vita, la morte, il dolore, l’amore, ecc. e le hanno ben accolte, perché, per loro, noi siamo tutto. Ma, viene un momento nella vita (adolescenza) in cui diviene necessario mettere tutto in dubbio; non per buttare tutto, ma per trasformare quello che “è accettato” in quello che – da ora in poi – è scelto. Anche la fede, la Messa, le pratiche religiose partecipano a questa crisi delle certezze ricevute“, è normale. Si narra che un figlio adolescente durante un pranzo con papa e mamma – trovato il coraggio – disse tutto d’un fiato: Io non credo più in Dio e che il babbo e la mamma all’unisono risposero: Oh, non preoccuparti, Dio crede ancora in te! Certo dobbiamo portarli con noi in chiesa il più a lungo possibile, dobbiamo continuare a sollecitarli verso la Messa, i Sacramenti, la Parrocchia, l’Oratorio; ma, quando arriva la “crisi” possiamo amarli questi nostri figli, far capire che sappiamo che quello che avviene in loro è un processo di maturazione e che, ne siamo certi, ce la faranno. Ma soprat­tutto dobbiamo noi dimostrare fede solida, bisogno della Messa almeno festiva; desiderio della riconciliazione. E non è solo questo: noi siamo certi che Dio vuole che tutti siano salvi, per cui…

Mia figlia è in difficoltà nel gestire la sua sessualità; ma, nonostante i miei tentativi di farla parlare al solo ed esclusivo scopo di aiutarla, non si esprime, che fare?

Nessun figlio al mondo parla con facilità della propria sessualità con i genitori; però impara molto da loro, dalle cose che fanno, che dicono. Papa e mamma sono felici? Vivono bene? Sono soddisfatti? Non pensano minimamente ad avventure fuori dalla loro coppia? Ecc. E poi, perché deve “parlare” la ragazza? Prenda l’album del suo matrimonio e lo sfogli con la figlia, racconti di lei e di suo marito, dica del vostro amore, di quell’amore che vi ha portato all’unione completa e che vi ha dato il dono grandissimo e bellissimo dei vostri figli, ecc. Non in­daghi, non interroghi, racconti e ascolti il dialogo verrà.

 

Ernest, un bambino sano, vivace e allegro, ha sempre manifestato una tendenza a voler dominare, sfidare, vincere. A due anni, al parco, già voleva l’altalena subito per sé, spingeva gli altri per salire per primo sullo scivolo e alzava le mani facilmente se un altro bambino veniva considerato un ostacolo o peggio ancora se voleva un suo gioco. Noi a volte lo abbiamo sgridato o portato via e abbiamo cercato di calmarlo, fermarlo, spiegare che doveva rispettare il suo turno o chiedere con calma le cose, ma è veramente difficile cambiare questi suoi comportamenti.

Ernest come tanti altri bambini di oggi non ha avuto l’esperienza del “cortile”, della contrada o della strada, dove i piccoli giocavano tra di loro sorvegliati lontanamente dagli adulti. Quindi deve un poco alla volta imparare a stare con gli altri. La scuola dell’infanzia diventa così il primo luogo in cui i bimbi di oggi incontrano molti altri coetanei quindi per prima cosa  raccomando di mandarlo sempre, perché lì fa un bel tirocinio di vita insieme ai suoi compagni. Cercate, poi,  prima di portarlo al parco (o in qualsiasi altro posto) di chiarire bene le “regole”. Ma non solo, è necessario, applicando la pedagogia preventiva, sapere prima che cosa faremo se non le rispettasse. Se diciamo: “Non si alzano mai le mani contro gli altri bambini”, questo non deve mai avvenire!”; e noi sappiamo che non avverrà perché appena ci provasse interveniamo ad impedirgli di farlo. Non è necessario sculacciarlo, sgridarlo… semplicemente lo spostiamo di peso. Se diciamo: “Andiamo al parco, ma lì devi rispettare il tuo turno”, noi sappiamo che se non lo rispetterà, lo porteremo via subito”. Se diciamo: “Non si prendono i giochi degli altri bambini, si chiedono gentilmente e se ti dicono di no si lasciano”; se capitasse che li prende, noi sappiamo già che gli faremo restituire immediatamente il maltolto.

 

Mia figlia ha 14 anni e fino ad ora non abbiamo mai avuto pensieri.  Brava a scuola, educata, sensibile anche con le amiche; una che, se un compagno prende un brutto voto, ci rimane male. Da qualche mese ha un ragazzo che per lei è il grande amore. Si vedono il sabato pomeriggio fanno i compiti poi vanno a Messa e la sera escono insieme, ma non tornano tardi. Conosco la famiglia del ragazzino: bella famiglia… Ma io mi sento sempre sotto esame quando mia sorella e talune mamme amiche mi dicono che sono un’irresponsabile e che dovevo dire no, che è troppo presto, che sbaglio e così mi sento giudicata. Mia figlia si è sempre confidata ho la password di face-book anche se non la uso perché io mi fido di lei che mi dice che lo sa di essere giovane e non vuole bruciare i tempi. Ma allora perché mi sento così a disagio? 

Lei si sente a disagio ed è giustamente preoccupata perché il bene di cui trattasi (sua figlia) è immensamente grande. È normale che si preoccupi: sua figlia ha 14 anni, è il suo primo innamoramento; ma…

I nostri figli, prima o poi, se tutto va bene, trovano il “grande amore” con il quale fare progetti “per sempre”. Mi sembra che sua figlia stia proprio facendo questo e questo è certamente positivo. Non so dirle come finirà, ma innamorarsi è molto bello e pone le premesse per una vita insieme. Non si senta giudicata da nessuno, agisca (anche se con un po’ di preoccupazione) secondo quello che Lei ritiene giusto. Mi dice che la ragazzina va in chiesa con il suo morosino, le pare poco? Lei da parte sua la affidi al Signore che così è in buone mani. Molto bene, non usi la Pw di face-book. Si fidi e se avesse dei dubbi ne parli apertamente con la figlia. Non è necessario spiarla, ma semmai esercitare il giusto controllo.

 

Che cosa pensa delle punizioni del tipo: “Adesso vai in camera tua e ci resti fino a quando non hai capito di aver sbagliato!”

Più volte abbiamo detto che tra la violazione ed il castigo deve essere introdotta “l’assunzione di impegno”. Non so che età ha il bambino, ma se dicesse: “Ho capito mamma, sarò più attento”, … non serve il castigo. Quindi non viene mai punito perché ha sbagliato, non è stato attento, ha disobbedito, ecc.; ma eventualmente solo perché non ha mantenuto quello che aveva detto di voler fare.

A questo punto, escluse le punizioni fisiche, umilianti o degradanti, tutte le altre vanno bene. Quindi quella che voi citate va bene. Quel che conta è farla rispettare.