Botta e risposta (6)

 

Domande brevi risposte brevi, ecco la prima piuttosto cattivella, ma così l’ho ricevuta. Mi sembra che le affermazioni di pedagogia positiva siano piuttosto ingenue; ma non vede il pedagogista questa nostra società corrotta fino alle radici, tanto corrotta da non rispettare più nemmeno i piccoli?

Mi meraviglia sempre lo sconcerto che pervade non pochi quando illustro la mia appassionata e convinta adesione alle scelte di pedagogia preventiva positiva, con la conseguente fiducia nell’uomo e nella possibilità di successo nell’educazione. Temono costoro che vedendoli positivi, avendo fiducia in loro e nelle loro capacità, guardando i nostri figli come una grande promessa che si realizzerà…, temono di abbandonarsi al buonismo, di trascurare la dovuta severità formativa, di andare incontro a delusioni; ma a loro semplicemente dico che senza speranza l’educazione non ha ragione di esistere. Una visione negativa della vita, del mondo, della storia, dell’uomo porta solo a rinunciare all’educazione… porta alle conclusioni di Benjamin Spock (1903-1998): “Lasciamoli fare quel che vogliono” e qui dissentiamo totalmente.

 

Ecco la seconda. Sono seriamente preoccupato per i miei bambini, temo che, nonostante l’educazione data da me e da mia moglie, non cresceranno come vorremmo…

Dobbiamo trasformare la “preoccupazione educativa” in “occupazione educativa”. Occupiamoci seriamente dell’educazione dei figli, non deleghiamola a nessuno, partecipiamo attivamente alla vita della scuola, siamo costanti e sempre presenti agli incontri per ICFR (Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi), partecipi alle attività formative per i genitori che si tengono nel nostro bel paese o quartiere o città, frequentiamo con i suoi figli l’oratorio della parrocchia, accompagniamoli alle attività sportive del CSI, ecc., ecc.; le preoccupazioni spariranno e – siccome noi siamo sorretti anche dalla grande certezza che “il male non prevarrà, insieme con una ferma fiducia nella possibilità di costruire un mondo migliore (Giovanni Paolo II, I gennaio 2005) – i risultati arriveranno, siamone certi.

 

Mio marito vuole comprare la tv in 3D, io non sono d’accordo, è vero che fa male… soprattutto ai bambini?

Nei filmati 3D le immagini sono due, una per l’occhio sinistro e una per quello destro; gli occhiali speciali però favoriscono l’elaborazione unitaria delle due visioni creando così quel senso di profondità chiamato 3D. Sulla loro bellezza nulla da dire; sulla loro innocuità invece vale la pena di ripetere quanto già detto per la tv tradizionale. La luminosità dello schermo è di intensità continuamente cangiante e questo fa male alla vista (per cui occorre pertanto una distanza dal televisore pari a cinque volte la diagonale dello schermo); ma non solo, un’esposizione eccessiva a stimoli intensi può causare qualche problema, ciò vale “a maggior ragione” per la visione in 3D. Proprio come quando si sta troppo davanti al Pc o alla Play-station; proprio come quando si mettono per la prima volta lenti cui non si è abituati… capogiri, vertigini e nausea sono i possibili disturbi. Per cui – detto che un televisore in famiglia basta e avanza, ridetto (per l’ennesima volta) che deve assolutamente essere spento durante i pasti principali – si può concludere che la tv anche in formato tridimensionale va presa in presa in dosi ridotte, con programmi ben scelti. Perché in dosi eccessive e senza criteri di selezione produce sicuramente danni fisici, psichici e morali. Ma per questo rimando al capito a ciò dedicato.

 

La mia bambina di 3 anni che da qualche giorno ha iniziato a farsi la pipì addosso, premetto che le ho tolto il pannolino quando aveva 2 anni e 1 mese e lei era stata bravissima. Devo riprenderla o devo far finta di niente?

Rispondo alla sua domanda dicendo che, per escludere problemi fisici, è bene che si rivolga al pediatra. Certamente, però, la domanda che lei pone può avere anche dei risvolti pedagogici, da questo punto di vista mi pare di poterle dire che non deve guardare al passato per domandarsi se le ha tolto il pannolino troppo presto o troppo tardi: ha agito come riteneva giusto. La bimba non è certo da rimproverare, ma – a tre anni – non deve nemmeno far finta di niente – è il caso di chiederle di sospendere ogni tanto quel che sta facendo per andare in bagno (se vede che non lo fa spontaneamente glielo ricordi lei, dopo averle parlato e aver stabilito il “vostro accordo”, quasi un patto segreto, con una specie di “complicità” con la bimba). Stabilisca in base all’esperienza ogni quante ore la bimba dovrebbe far pipì e gliela faccia fare. La cosa si risolverà.

 

Ho una bambina di sei anni che va in prima ed è un po’ più piccola degli altri bambini.

Ultimamente non vuole andare a scuola, piange. Ho provato a parlarle e mi ha raccontato che c’è una compagna di scuola che le dice che lei è nana e un altro bambino dice che lei non può guardare i bambini più alti di lei. Che cosa posso fare per aiutarla.

Può aiutarla dicendole che è una bella bambina, brava, buona, soprattutto intelligente, simpatica, ecc.  La statura non è importante; come ci va bene il nostro nome altrettanto ci va bene la nostra altezza.

Per quel che riguarda i compagni che la prendono in giro. Le dica pure che quelli sono “bulli” e i bulli sono contenti se chi prendono in giro reagisce, si arrabbia, piange, soffre, ecc. Tutto finisce subito se l’interessato semplicemente non dice nulla e se ne va…

Siccome la sua bambina non può fare nulla per farli smettere (e se facesse qualcosa, li stimolerebbe ancora di più) la bambina intelligente (e la sua lo è e glielo dica) semplicemente si allontana e non dà confidenza. Va in un altro gruppo perché questi non meritano la sua amicizia.

Non è necessario fare altro. Le raccomando non faccia altro!

 

Ho guardato il telefonino di mio figlio (13 anni) per un messaggio ricevuto e ho visto una scena di sesso… Interrogato dice che lo fanno tutti e che non c’è niente di male…

Si tratta di un fenomeno che con parola inglese si chiama sexting, (da sex = sesso) o texting (da text = testo) e consiste principalmente nello scambio di scritti, foto o video a sfondo sessuale. Certamente è un fenomeno preoccupante e come sempre occorre essere disponibili all’ascolto. Trovare cioè momenti in cui il figlio può parlare, esprimere quello che pensa e dirlo in libertà. Un sereno discorso può portare, poi, a precisare che il sesso distinto dall’amore è banale e riduttivo. Per quanto riguarda poi il “così fan tutti” facciamo presente che non è vero: ci sono molti, ragazzi e ragazze, che hanno un alto libello di stima verso se stessi e non si abbassano a queste meschinità. Facciamo presente che una folla di ragazzi e ragazze intelligenti, belli, simpatici, allegri non sceglie la strada della volgarità. Facciamo ancora presente che i ragazzi e le ragazze che praticano il sesso immaturo (e questo lo è) rimangono “immaturi” e difficilmente riusciranno a costruire una vera storia d’amore seria e felice. Continuiamo dicendo che una volta inviate foto e testo il mittente diventa ricattabile in qualsiasi momento da chiunque: quando qualcuno lo vorrà denigrare, quando farà domanda per essere assunto un’azienda, quando chiederà delle referenze, quando assumerà un ruolo pubblico importante. Molte imprese oggi filtrano i candidati a un posto di lavoro e valutano i propri dipendenti (ad esempio per un nuovo incarico) con una modalità che consiste nel raccogliere informazioni tramite i social network, i siti internet, face-book, ecc.  Infine non va dimenticato che – se si tratta di foto di minorenni – potrebbe scattare l’accusa di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, la qual cosa è un reato previsto dal codice penale (Art. 600 ter