La bambina sandwich

 

«Ho tre bambine 12, 7 e 1 anno, quella di mezzo, Stefania non mi ubbidisce; a scuola capita che rida in faccia alle maestre; su una verifica valutata con un 5, c’è scritto: “Non ti sei impegnata”, passi il 5, ma non mi piace il “non ti sei impegnata”. L’ho castigata, ma non ho risolto nulla; l’ho anche sculacciata, ma è come prima … che posso fare?».

Può fermarsi un attimo e riflettere. La figlia maggiore è grande e, a quanto pare, se la cava da sola; alla piccola, ci pensa la mamma… E a Stefania? Chi ci pensa? Lei è in mezzo tra due sorelle, e non è una posizione facile. Si chiama, in psicologia, bambina sandwich. É quella che sta tra due fratelli, come in un panino il salame sta tra due parti di pane, ma è lì il meglio.  Stefania è il meglio. Ora fatica, ma col tempo lo sarà di certo; i bambini sandwich sono spesso più forti, più resistenti, più equilibrati, ecc. E Stefania lo sta diventando. Quindi cerchi di capirla, perché: il privilegio di essere figlia unica non l’ha mai avuto; ha una sorella maggiore probabilmente più brava, sicuramente più grande e quindi più autonoma; le coccole, per lei, sono cessate, ora sono rivolte alla ‘piccolina’; ecc. E allora reagisce dimostrando che è più forte dei castighi della mamma. Reagisce anche a scuola, in un modo certo inopportuno, ma è una reazione normale. Non pensi, quindi, che abbia dei problemi, sta solo cercando di farcela… ma è difficile. Talvolta i bambini sandwich hanno la sensazione di essere fuori dalle dinamiche familiari. “I miei genitori – confidava una mamma – avevano il loro figlio preferito: uno per uno! Ed io… fuori; i miei fratelli sono sempre andati d’accordo fra loro, ed io… fuori; loro in casa ed io… fuori… dalla nonna. Niente di tragico, però non stato piacevole. Tre non è un bel numero…”. Così è, ma in concreto, che deve fare la mamma di Stefania? Primo: non picchiarla, le botte non sono utili … mai. Poi coccolarla: come quando era piccola e quando fa qualcosa di giusto, lodarla apertamente, anche davanti alla sorella maggiore e al papà. Quando sbaglia: non sgridarla mai in presenza d’altri. La prenda da sola, le parli con molta calma, si faccia vedere serena con lei, pur dicendole dove ha sbagliato, ecc. Capirà e, alla fine, magari le dirà che… farà meglio. È facile che la bambina, dopo un 5 a scuola, esprima il proposito di studiare di più per rimediare. Allora niente castighi: solo se mancasse al nuovo impegno si può pensare a una punizione! E certo va coinvolto anche il papà. Lui deve trovare tempo per stare insieme con Stefania a fare delle cose piacevoli, per darle la possibilità di sentirsi brava, capace, amata. Sappiamo per certo, infatti, che i nostri figli ci amano immensamente, ma qualche volta loro dubitano che ‘noi’ li amiamo. Forse questo è il caso di Stefania che è amata, ma in modo non corretto, le mancano le attenzioni della mamma, gli elogi del papà, la solidarietà della sorella maggiore, vuole che loro la considerino ‘importante’.