Crisi ed anziani: che diremo ai nostri figli?

 

Da sempre gli adulti hanno insegnato ai loro bambini il “rispetto” per i vecchi (J. Piaget dice che il rispetto è un insieme di ammirazione, affetto e stima), indicandoli come depositari della saggezza, dell’esperienza di una lunga vita. Da sempre i piccoli hanno amato (ampiamente ricambiati) i loro nonni. Da sempre i nonni hanno badato ai nipotini con grande soddisfazione per l’una e l’altra generazione.

Ora, dice il Fmi (Fondo Monetario Internazionale), l’anzianità non è più sostenibile, perché sì, van bene i vecchi, ma – da qualche anno in qua – hanno preso la cattiva abitudine di vivere troppo (o di non morire a pochi anni dalla pensione, che è lo stesso).

Che diremo allora ai nostri bambini? Che il nonno non riusciamo a mantenerlo, che non abbiamo bisogno di lui? Che è un problema? Che non lo possiamo tenere in casa e nemmeno mandarlo al ricovero? No!

No, noi continueremo a dire con il nostro comportamento che gli anziani sono preziosi in famiglia, che noi siamo contentissimi che ci siano e che vogliamo loro un bene immenso. Che hanno pagato per 40 anni i contributi per la pensione e ora ne godono i frutti, e che – se la pensione è misera – troveranno sempre di che vivere dignitosamente nelle nostre famiglie. Che sono persone importanti, per la loro disponibilità, per il loro amore e continueremo ad affermare, perché lo sperimentiamo in casa, che sono una risorsa anche economica per la famiglia e la società. E lo diremo e manifesteremo concretamente, anche quando sono malati ed hanno bisogno del nostro aiuto, non dimentichi del fatto che il nonno e la nonna sono mio padre e mia madre, i quali hanno dato la vita per me, giorno per giorno, nel tran tran quotidiano, per tutti i loro anni.

Questo continueremo ad insegnare perché tali sono le nostre convinzioni e le vogliamo comunicare ai figli per crescere generazioni ancora ricche di valori. E se ci chiederanno come faremo, risponderemo che ce la faremo… con poco, riducendo le spese, evitando gli sprechi, accontentandoci di quel che abbiamo, chiedendo aiuto se necessario; ma riusciremo, se possibile, anche con uno sguardo a chi ha bisogno tra i vicini, nel quartiere o nel mondo. Certo, continueremo dicendo ai più grandicelli che chi si occupa di macroeconomia deve fare il suo dovere … perché la nostra bella famiglia non mancherà di sforzarsi al massimo per farlo.